Cadute in ospedale: come chiedere i danni

Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente ( organizzazione di professionisti creata per fornire assistenza legale a chi è vittima di un errore medico e non può affrontare i costi di un procedimento civile per ottenere il giusto risarcimento) pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori

“Mia madre, 85 anni e invalida, è stata trasportata al pronto soccorso per accertamenti al suo arrivo, è stata posizionata su una barella senza sbarre e durante la notte muovendosi, è caduta riportando una frattura del bacino. Può chiedere un risarcimento?”
Mirka, 48 anni

“Le cadute all’interno delle strutture sanitarie sono una delle principali cause di richieste di risarcimento del danno da parte di persone ricoverate”  spiega l’avvocato di DIRITTI DEL PAZIENTE (www.dirittidelpaziente.com) Paola Tuillier.

“Con l’accettazione infatti, si conclude automaticamente un contratto (detto di spedalità) tra paziente e struttura sanitaria e quest’ultima è obbligata, per tutto il periodo del ricovero, a garantire al malato più prestazioni tra cui la principale è quella medica; tra le altre è compresa quella della messa in sicurezza e la protezione dai pericoli che possono verificarsi al pronto soccorso, o all’interno dell’ospedale”.

L’assenza di mezzi di protezione della barella comporta una responsabilità. Tua madre può rivolgersi a un avvocato, munita del certificato di pronto soccorso o della cartella clinica (che conferma la sua non autosufficienza e la necessità di una vigilanza speciale). Spiegherà come si sono svolti i fatti e fornirà i nominativi di eventuali testimoni. Poi, il professionista provvederà a inviare una lettera di apertura di sinistro all’ospedale, chiedendo i dati dell’assicurazione della struttura con cui cercherà successivamente di raggiungere un accordo con per il risarcimento”.

E se cade un parente in visita al malato?

“L’ospedale è tenuto a rispondere anche se cade un parente in visita?” “Si”, risponde l’Avvocato Paola Tuiller di Diritti del Paziente (tel. 06.35497810), ” ma solo se la caduta si è verificata a causa di un’inadeguata manutenzione dell’area della struttura sanitaria: per la presenza di un corrimano cedevole, per esempio, di un pavimento bagnato e scivoloso non segnalato con apposito cartello, o di una buca in cortile non visibile.

Anche in questo caso, l’infortunato deve rivolgersi a un avvocato, raccontargli l’accaduto e fornirgli la documentazione medica dei danni subiti, come per esempio il certificato del pronto soccorso. Utile raccogliere e trasmettere anche le prove che confermano l’accaduto: foto del luogo dove è avvenuta la caduta, nomi di testimoni che hanno assistito al fatto. 

Poi, per scagionarsi dalle responsabilità, sta all’ospedale dimostrare di aver provveduto a una diligente manutenzione e di avere adottato, per esempio, accorgimenti antiscivolo e norme di sicurezza, come avvisi di eventuali pericoli”.

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