Mammografia: se il medico non la prescrive in presenza di un nodulo

Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente  pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.

“Più di un anno fa mi sono accorta di un nodulo al seno. Fisso una visita dal senologo. Dopo un’ecografia, mi dice di stare tranquilla e non fare altre indagini. Peccato che, otto mesi dopo, con la mammografia è venuto fuori che quel modulo era una neoplasia. Mi operano d’urgenza. Se avessi fatto prima l’intervento, però, la malattia poteva essere curata meglio. Posso rivalermi?”
Franca, 48 anni

“Certo, perché il senologo non ti ha prescritto subito tutti gli accertamenti necessari per escludere la presenza di un tumore al seno”, risponde Paola Tuillier, avvocato del Foro di Roma.

mammografia

“E’ vero che l’ecografia non evidenziava problemi, ma per essere certi era necessario anche programmare subito una mammografia. Purtroppo, l’hai fatta otto mesi dopo, un ritardo che hai pagato sulla tua pelle. Perché intanto la malattia si è aggravata e, presumibilmente, hai avuto bisogno di cure più invasive, come la chemioterapia o la radioterapia. In altre parole, il medico ha sbagliato a fermarsi al primo risultato apparentemente positivo (falso negativo), modificando così il corso della tua storia clinica. L’appoggio giuridico lo trovi in una sentenza della Corte di Cassazione penale (nr. 36603/2011) che sottolinea come una diagnosi accurata e tempestiva è necessaria per tenere sotto controllo il tumore al seno”.

“La condotta del tuo senologo, perciò può essere considerata negligente e imprudente. Con l’aiuto di un legale, puoi intraprendere un’azione risarcitoria nei suoi confronti. Prima, però, è importantissimo conoscere la fase in cui si trovava il tumore al momento della sua mancata diagnosi (quando hai effettuato la prima ecografia) e l’esatta situazione in cui versava la malattia al momento del tuo tardivo riconoscimento con la mammografia”.

“Perciò rivolgiti a un medico legale con tutta la documentazione (esami ecografici, mammografia, cartella clinica della tua degenza). Dopo averla valutata, quantificherà il danno che hai subito (detto “biologico”) considerando i danni legati al ritardo diagnostico che hanno aggravato le condizione della malattia”.

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